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I palazzi costruiti uno dopo l'altro avevano divorato il parco dai mille colori, che dava luce e respiro ad un bell'angolo del mondo. Gli allegri colori erano scappati via tutti, lasciando in quei luoghi solo bianco e nero a comporre il grigio necessario per dipingere le facciate di cemento. Passarono anni ed anni di grigiore e oscurità, finché un bel giorno, una bambina di nome Violetta, con la musica del suo violino e la guida di nonna Rosa, non provò a richiamare gli allegri colori dall'abisso in cui erano andati a sprofondarsi.